Per il decimo anno consecutivo, Google pubblica il suo Ads Safety Report, un lavoro sempre più complesso per evitare il dilagare dell'uso dannoso di inserzioni e annunci pubblicitari sul motore di ricerca. Rispetto alla prima pubblicazione, molte cose sono cambiate e i numeri sono diventati giganteschi: se nel 2011 venivano bloccati 130 milioni di annunci dannosi, nel 2020 sono state intercettate e rimosse oltre 3,1 miliardi di pubblicità ingannevoli e limitati altri 6,4 miliardi di annunci.
La guerra ai truffatori in mezzo alla pandemia
Non sono mancati malintenzionati alla ricerca di nuovi metodi per approfittarsi delle persone online. Dallo scorso anno Mountain View ha introdotto un programma di verifica dell'identità degli inserzionisti in più di 20 Paesi e a condividere il loro nome e la posizione (About this ad), una delle tante novità introdotte per combattere i falsi, ma è l'azienda stessa ad ammettere che, nel 2020, le sue policy e la loro applicazione sono state messe a dura prova a causa della pandemia.. A fronte dell’aumento del numero di casi di coronavirus in tutto il mondo da gennaio, l'attenzione si è concentrata eventi sensibili per prevenire comportamenti come l’incremento dei prezzi su prodotti molto richiesti - come disinfettante per le mani, mascherine - o annunci su false cure e rimedi. In totale, sono stati bloccati oltre 99 milioni di annunci legati al Covid nel corso dell'anno, comprese presunte cure miracolose, scarsità di mascherine N95 e, più recentemente, dosi di vaccini falsi.
Frodi, politica, elezioni e odio online
Sul fronte di di frodi e truffe, nel 2020 il numero di account pubblicitari disattivato per violazioni delle policy è aumentato del 70%, da 1 milione a oltre 1,7 milioni. Bloccati o rimossi oltre 867 milioni di annunci che cercavano di eludere i sistemi di rilevamento, incluso il cloaking, e altri 101 milioni di annunci per aver violato la policy su rappresentazioni ingannevoli. In totale, oltre 968 milioni di annunci. Per quanto riguarda la politica e le elezioni in vari Paesi, sono state applicate restrizioni su chi può pubblicare annunci e create raccolte su politici Unione Europea, Regno Unito, Stati Uniti, India, Israele, Taiwan, Australia e Nuova Zelanda. Negli Stati Uniti, da quando divenne chiaro che il risultato delle elezioni presidenziali non si sarebbe immediatamente delineato, è stata decisa una pausa degli annunci politici dalla chiusura delle urne e fino all'inizio di dicembre: sospesi, nel periodo, più di 5 milioni di annunci e bloccati gli annunci su oltre 3 miliardi di query di ricerca che facevano riferimento alle elezioni, ai candidati o al loro esito. E' stata una corsa anche per 'demonetizzare' i contenuti di odio e violenza in un anno in cui c'è stato un significativo aumento dell'incitamento e degli appelli alla violenza online, con il blocco della monetizzazione pubblicitaria di circa 168 milioni di pagine in base alle regole su attività pericolose e dispregiative.
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